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Approfondimenti e Tecnica -
Alla scoperta della 907, il tram dei nostri nonni.
(IPM) - 31/07/2007 - Trambus, l’azienda che gestisce il servizio di autobus,tram e filobus nella città di Roma, ha realizzato il restauro di alcuni tram d'epoca. I "Tram Ristorante" da 28 e da 38 posti, MRS 2137 e della STANGA 7021, alle quali si sono aggiunte sia il “Tram Storico” da 28 posti (vettura MRS 2047),ed il “Trameeting” (ex Tram Scuola), vettura MRS 2035, pensata come sede ideale per meeting di lavoro e ristoro itineranti nei luoghi più belli e suggestivi della città. L’ultima arrivata nel parco storico delle vetture Trambus è in realtà una “arzilla nonnina” del 1925, una motrice a due assi di costruzione Carminati&Toselli/CGE, ultima superstite di un gruppo composto da ben 276 vetture conosciute anche con il nome di "8 finestrini". Clicca e scarica la scheda con i dati tecnici della vettura
Queste storiche vetture hanno circolato per decenni lungo gran parte della rete romana trainando uno o eccezionalmente anche due rimorchi, insieme ad altro materiale a due assi. Gran parte delle motrici, tutte all'origine bidirezionali, sarà trasformata, a partire dal 1939, in monodirezionale, eliminando i comandi da una delle due piattaforme e chiudendo le porte al lato interbinario. Con il progressivo smantellamento della rete tranviaria romana queste vetture divennero in esubero e venenro progressivamente accantonate e successivamente demolite entro il 1963,salvo un lotto di 50 vetture e rimorchi che tra il 1936 ed il 1938 venne utilizzato per la realizzazione delle vetture articolate “Mater”. Non tutte le vetture a due assi vennero immediatamente demolite in quanto alcune vennero adibite a veicoli di servizio, come le motrici 911, 913, 915 ed altro materiale a due assi Stessa sorte toccò alla 907 che nel 1963 venne tolta dal servizio viaggiatori e trasformata per il trasporto di attrezzature e personale del Servizio Impianti Fissi - Sezione Vie e Lavori dell'ATAC assieme a poche altre vetture a due assi. Nel 1968 però le altre vetture a due assi ed otto finestrini trasformate vennero radiate e demolite. Per una serie di fortunate coincidenze la 907, scampò alla demolizione e rimase accantonata nel Deposito di Porta Maggiore utilizzata come ripostiglio e ricovero per il personale.Immediato anche il degrado della vettura, che viene privata di molti pezzi ,utilizzati per la riparazione di altri tram. Il destino di questo esemplare unico restava però ampiamente incerto, ed il rischio di demolizione era elevato. Fortunatamente nel 1969 la presenza della vettura non sfuggì all’occhio attento di alcuni soci dell’associazione GRAF (Gruppo Romano Amici della Ferrovia - www.graf.tv), associazione senza fini di lucro costituita a Roma nel 1958 allo scopo di riunire studiosi ed appassionati di trasporti su rotaie, cultori della storia e della tecnica ferroviaria e tramviaria, al fine di favorire la conoscenza e l’utilizzo dei trasporti pubblici su rotaie. L’associazione decide di compiere degli sforzi per salvare il rotabile e,nel 1975, inizia una lunga trattativa con ATAC per l’acquisto della vettura. Le trattative non sono per nulla facile e brevi, e solo dopo 4 anni l’associazione può acquistare la vettura dall’ATAC, che la vende a prezzo di rottame. Il 10 Giugno 1979 la vettura, ormai di proprietà dell’associazione, lascia Via Prenestina per essere trasportata in un terreno alla periferia nord di Roma. La mancanza di un adeguato riparo non consente purtroppo di riparare la vettura dalle intemperie ma questo non scoraggia i suoi salvatori che si adoperano al meglio per effettuare piccoli interventi di manutenzione, smontando anche alcune parti elettriche più soggette a deperimento ed adoperandosi nella ricerca dei pezzi mancanti,che torneranno utili in fase di ricostruzione. Tutto questo in attesa di poter riportare la storica vettura sui binari. La situazione resta in stallo per diversi anni, anche a causa dell’assenza di un interlocutore che sia sensibile al destino della 907. Finalmente, dopo anni di infruttuose trattative, nel 1997, una rinnovata coscienza nella preservazione del patrimonio storico del trasporto romano porta ad un accordo tra GRAF, Comune di Roma ed ATAC che permette il ritorno della vettura sui binari. Il 1 Luglio del 1997 il tram viene caricato su un carrello stradale: destinazione Officine Centrali, lì dove era partita oltre 20 anni prima. Il lungo accantonamento all’aperto in condizioni non ottimali ha lasciato i suoi segni, ma è tanto l’entusiasmo per il ritorno della vettura. Dopo una breve verifica sulle condizioni della vettura e sulla possibilità die ssere trainata, viene portata in un capannone delle Officine Centrali dove, sin da subito, iniziano i primi lavori. Come prima operazione viene effettuato il rialzo della vettura e si spera la cassa dal truck, che viene smontato e revisionato. Così come vengono smontati anche i motori che vengono successivamente revisionati dal personale ATAC delle Officine Centrali. Dopo la revisione del truck si iniziano i lavori di ricostruzione della cassa. Tutti i pezzi recuperabili, come i vetri e l’arredamento interno, vengono smontati e messi da parte per essere rimontati in seguito, mentre tutte le parti in legno, ormai deteriorate dal tempo vengono a mano a mano ricostruite. Importante è quindi la ricerca dei disegni d’epoca che permetteranno un restauro fedele della vettura. Trovati i disegni vengono realizzati degli schemi dei particolari da riprodurre e si studia la disposizione sia dei cavi elettrici sia dei tubi della condotta pneumatica, ricavando,anche in questo caso, dei disegni di massima. Si provvede inoltre alla pulizia delle travi in ferro del pavimento,al loro isolamento e verniciatura. Si tratta di ricostruire il tram praticamente da zero: la cassa, come era nell’uso dell’epoca, era interamente in legno ed i lunghi anni di accantonamento l’avevano irrimediabilmente deteriorata. Grazie all’aiuto dei disegni, però, è stato possibile identificare tutte le parti da far riprodurre. Dopo un breve stop i lavori, sempre con l’indispensabile aiuto del personale delle Officine Centrali ed il lavoro volontario dei soci, riprendono celermente ed il 2 ottobre 2004 il tram, ancora privo di verniciatura ma praticamente completo può essere presentato a tutti i soci dell’associazione. Completati i lavori di massima e la verniciatura il tram inizia a muovere i suoi primi passi in autonomia nell’aprile del 2005, all’interno delle Officine Centrali, alla presenza dei tecnici Trambus ed, ovviamente, dei soci dell’associazione. Il 17 Maggio 2005 la 907 esce per i primi collaudi sui binari romani, di notte, come è prassi durante i collaudi dei mezzi. A questa prima uscita ne seguiranno altre nei giorni successivi, sempre di notte, con opportuna zavorra, per effettuare le prove di frenatura a pieno carico, mentre il 6 giugno 2005, nel corso degli eventi collegati alla riunione dello UITP, Associazione Internazionale del Trasporto Pubblico che rappresenta oltre 2500 operatori del settore della mobilità urbana, locale e regionale distribuiti in 80 Paesi di tutti i continenti, tenutasi a Roma, la 907, ormai completa e riportata in livrea originale, viene esposta, insieme alle altre vetture storiche di Trambus, nei locali della verniceria delle Officine Centrali di Via Prenestina. Appare evidente quale sarà il ruolo di questa vettura: essere il simbolo di Roma e di Trambus, un biglietto da visita, una perla rara da mostrare nelle occasioni importanti. Come ad esempio la premiazione della terza edizione di Parole in Corsa: concorso letterario per scrittori inediti il 26 settembre 2005. Dopo gli ultimi lavori di rifinitura interna,l’installazione necessaria del radiocomando per gli scambi ed una nuova uscita notturna per la verifica della circolabilità, arriva il grande giorno del collaudo per la 907: il 20 ottbre 2005, sotto un cielo carico di pioggia la vettura tranviaria esce dalle Officine Centrali per dirigersi lungo la Via Prenestina, nella tratta temporaneamente sospesa alla regolare circolazione tranviaria tra via Giacomo Bresadola e Viale Palmiro Togliatti. La 907 supera regolarmente superati tutti i collaudi e viene nuovamente reimmatricolata nel parco rotabili di Trambus SpA ed autorizzata alla circolazione. Dopo ulteriori uscite, completate tutte le formalità burocratiche, la vettura è stata ufficialmente riammessa in servizio pubblico turistico il 16 Maggio 2007, ma i romani avevano già potuto ammirarla, in compagnia delle altre 3 MRS, il 6 Gennaio 2007 in occasione di una manifestazione organizzata da ATAC, Trambus e GRAF in P.za Risorgimento. La rinnovata vettura troverà il suo naturale impiego per eventi e manifestazioni speciali, ma anche, al pari della sua sorellina maggiore, ovvero l’MRS 2047, potrà sicuramente essere utilizzata per rirpese cinematografiche per una perfetta ambientazione d’epoca. Il debutto sullo schermo la vettura l’ha già avuta nel DVD “I Valori alla guida” riservato ai dipendenti Trambus, in cui, al termine di ognuno dei quattro filmati rappresentanti i “Valori alla guida” di Trambus (Rispetto, Responsabilità, Riconoscimento, Reciprocità) si vede la 907 passare in Via del Parco del Celio, davanti agli autisti in posa e sullo sfondo il Colosseo. Quello che sembrava un sogno, o una pura follia, è diventato realtà. La 907 è tornata agli antichi splendori, come fosse appena uscita di fabbrica. Merito ovviamente dei soci GRAF che sin dal principio ci hanno creduto,acquistando quello che per l’allora ATAC era solo un rottame ed impiegando il loro tempo libero nei lavori di restauro. Merito anche dell’ATAC attuale e di Trambus, che si son rese conto del valore storico del mezzo ed hanno messo a disposizione le loro strutture ed il loro personale per poter effettuare tutte quelle operazioni di ricostruzione che altrimenti sarebbero state impossibili. Ma, soprattutto, il merito più grande è stato aver voluto che il tram non restasse un semplice modello in scala 1:1, buono solo da esporre nelle grandi occasioni ma di averne permesso l’immatricolazione, facendolo tornare operativo al 100%. Purtroppo non potremo rivedere la 907 sulla vecchia linea 3, come indica la sua tabella, in Via Bertoloni:quei binari,come molti altri, non esistono più. Come purtroppo non esistono più le altre sorelline della 907, le motrici a sei e sette finestrini, ma è inutile piangere sul passato. Un piccolo passo è stato fatto, la speranza è che la 907 non resti un caso isolato e che le aziende prendano coscienza dell’importanza di salvare la loro memoria storica. Perché la buona volontà e l’impegno degli appassionati, da soli, non bastano. IPM - IlPendolareMagazine © www.ilpendolare.it



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