(IPM) - 04/06/2009 - …“Bus, tram, metro, treni, sono mezzi pubblici e ciò che è di tutti rappresenta un patrimonio comune. Non tutti purtroppo la pensano così ed è proprio questo il primo grande errore della società italiana sempre più “nemica” del trasporto pubblico.”
Così ci siamo lasciati un mese fa. Parlavamo dell’efficienza del trasporto pubblico londinese in confronto con quello capitolino.
Entriamo ora più nello specifico: descriviamo, a Londra e a Roma, il mezzo di trasporto pubblico che ha rivoluzionato la vita delle città moderne, la metropolitana.
E’ una partita persa in partenza e la sconfitta è tutta capitolina.
E’ vero che Londra è la città più popolosa d’Europa (7 milioni e mezzo di abitanti) e che Roma ne conti solo più di 3 milioni, ma sembra incredibile che Londra conti ben 11 linee metropolitane e Roma soltanto 2. La sconfitta si fa ancora più dura se si immagina un confronto, per esempio, con il numero di linee metropolitane di Parigi (14), Madrid (12) o dell’italiana Milano (3).
Ma torniamo alla nostra partita ed entriamo un po’ più nel dettaglio. London Underground è la più antica rete metropolitana del mondo e la prima per estensione, con 268 stazioni e ben 414 km di linea autonoma gestita dalla Transport for London. “The tube”, come viene familiarmente chiamata dai suoi abitanti per la forma dei suoi tunnel a sezione circolare, è stata inaugurata il 10 gennaio 1863 e conta oggi 3 milioni di passeggeri al giorno.
La prima metro capitolina è invece nata quasi 100 anni dopo. Era stata progettata e iniziata negli anni '30, durante il governo fascista, allo scopo di offrire un collegamento rapido tra la Stazione Termini, situata al centro della città e il nuovo quartiere denominato E42, dove avrebbe dovuto tenersi l'Esposizione Universaledel 1942. La manifestazione non ebbe mai luogo a causa dell'entrata in guerra dell'Italia nel 1940. I lavori sono poi ripresi nel 1948 e la linea è stata inaugurata a Termini il 9 febbraio 1955 dal Presidente della Repubblica Luigi Einaudi.
Della costruzione di una rete metropolitana a Roma sul modello di altre città come Londra e Parigi si parlava già da molto tempo, tuttavia numerose cause (burocrazia, dissidi sui tracciati, continue revisioni ai piani regolatori, difficoltà nei lavori, scoperte archeologiche) ne hanno ritardato gravemente lo sviluppo. Solo nel 1959 è stata approvata la costruzione di una seconda linea metropolitana, dalla zona Anagnina fino al quartiere Prati, passando per il centro di Roma e incrociando la linea preesistente a Termini. I lavori sono iniziati nel 1964 dalla zona della Tuscolana e sono stati complicati da una serie di ritardi e imprevisti, dovuti principalmente alla scarsa organizzazione. La linea è entrata in servizio nel 1980, da Anagnina a Ottaviano e ha preso il nome di "Linea A", mentre la linea Termini-Laurentina fu chiamata "Linea B".
Oggi la metro di Roma conta 2 linee (A e B) con 49 stazioni e una lunghezza di 38 km, più due linee ferroviarie suburbane ed una linea metro-tranviaria che si integrano ad essa. Sono stati progettati prolungamenti delle due linee già esistenti, e risultano in costruzione la diramazione B1 e la linea C.
Londra continua inesorabilmente a vincere, aggiudicandosi un altro punto grazie agli orari di apertura e chiusura delle stazioni. I treni londinesi, infatti, corrono tutti i giorni dalle 5.00 della mattina fino alle 1.00 di notte, le domeniche dalle 7.00 a mezzanotte; alcune stazioni sono però chiuse di domenica. A Roma la metro funziona dalle 5.00 alle 23.30 dalla domenica al giovedì, mentre il servizio viene prolungato fino alle 1.30 il venerdì e il sabato.
E’ arrivato ora il momento di concedere almeno un goal alla metropolitana romana: il punto è guadagnato confrontando i prezzi del biglietto che sono molto più economici nella capitale italiana. C’è però da dire che, se è vero che a Londra il biglietto giornaliero costa da un minimo di 4.30£ (circa 5€uro) ad un massimo di 14.40£ (16,50€uro) e a Roma solo 4euro, è anche vero che Londra continua a vincere, come accennato prima, sul numero delle linee, delle stazioni metro e dell’efficienza del servizio. L’alto, quasi eccessivo, prezzo dei biglietti è giustificato quindi dall’eccellente funzionalità del prodotto offerto ai cittadini. In questo modo i londinesi sentono di pagare per ricevere in cambio un servizio che funziona e che può davvero sostituire il mezzo privato. Questo non avviene invece in Italia, dove - i dati dell’Aci parlano chiaro - cresce nelle città il numero di auto in relazione al numero di abitanti che, è evidente, continuano a preferire il mezzo privato al pubblico. Ecco che siamo tornati al punto in cui abbiamo interrotto il nostro discorso nel mese di maggio: è tutto un problema di cultura del mezzo pubblico che non esiste in Italia e che, sempre più, fa percepire al cittadino e alle istituzioni il trasporto pubblico come un peso più che una risorsa per la società.
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