Disco verde dalla UE alla liberalizzazione del mercato ferroviario




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Foto Giovanni Giglio

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I ministri dei trasporti dell’Unione Europea hanno raggiunto un accordo unanime sull’applicazione del quarto pacchetto ferroviario approvando i principi di graduale apertura dei mercati ferroviari nazionali degli Stati membri per una migliore governance del settore ferroviario.
La Commissione europea, il Parlamento e il Consiglio avranno ora il compito di avviare i negoziati per raggiungere un accordo condiviso sul testo del regolamento.
In base alle nuove norme, che recepiscono il testo ratificato della cosiddetta direttiva Recast (v. articolo), tutti gli operatori ferroviari dovranno poter avere accesso in modo non discriminatorio sulle reti degli Stati membri dove operare con servizi passeggeri nazionali, sia in libero mercato secondo i principi della concorrenza con altri operatori commerciali, o in regime di offerta all’interno dei contratti di servizio pubblico.
Il Consiglio ha convenuto inoltre che lo strumento principale di aggiudicazione degli appalti pubblici di servizi nazionali dovrà essere il bando di gara. Tuttavia, in deroga, saranno possibili gli affidamenti senza gara d’appalto solo se sussistono requisiti “giustificati dall’infrastruttura e dalle caratteristiche geografiche del mercato e della rete, o, se la scelta di affidamento senza gara consente di migliorare la qualità dei servizi e/o dei costi.” Gli operatori dovranno rispondere a criteri oggettivi e misurabili di prestazioni come la puntualità dei treni e la frequenza del servizio.
La UE ha verificato la piena compatibilità delle strutture organizzative nazionali esistenti con gli obiettivi previsti dal quarto pacchetto ferroviario. Tuttavia, saranno adottate misure volte ad affrontare eventuali situazioni potenzialmente problematiche, quali conflitti di interesse e la mancanza di trasparenza nel trasferimento di fondi tra i gestori dell’infrastruttura e gli operatori ferroviari. Prestiti tra entità diverse non sarebbero generalmente vietate, a meno che non rappresentino un rischio per il corretto funzionamento del mercato.
Per garantire l’indipendenza dei gestori dell’infrastruttura sarebbe infatti opportuno concentrare l’assegnazione delle tracce e la tariffazione delle infrastrutture ad un organismo terzo.
I tempi che il Consiglio ha concordato per l’attuazione di questi cambiamenti sono più lunghi di quelli previsti dalla Commissione. E’ garantito infatti un periodo di 10 anni in cui le autorità nazionali avranno l’opportunità di affidare direttamente contratti di servizio pubblico nazionale senza dover fornire giustificazioni in merito alla scelta fatta, mentre viene consentito ai contratti esistenti di arrivare alla loro scadenza naturale senza necessità alcuna di modifica o integrazione. Gli Stati membri avranno invece l’obbligo entro tre anni di rendere operative tutte le norme fondamentali in materia di indipendenza e di trasparenza finanziaria, per garantire l’accesso non discriminatorio a tutti gli operatori ferroviari a partire dal 2020.

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